Trasmettere ai bambini il valore dei soldi, mentre le loro richieste
diventano sempre più precoci.
Già dagli 8 o 9 anni, in genere il bambino comincia ad avvertire
l’esigenza di una piccola paghetta.
Il desiderio della
paghetta ha infatti a che fare con un desiderio di autonomia, che si
concretizza nella possibilità di disporre di soldini propri da spendere
come si desidera, al di là del “permesso” del genitore.
Con solo due euro
alla settimana si trasmette al bambino la sensazione che non deve
dipendere dal genitore per comprare quello che gli serve.
. In più, se il bambino vuole arrivare ad acquistare
qualcosa di più costoso, la necessità di adattarsi all’attesa per
racimolare la somma necessaria e di stare attento a non spendere la
paghetta per altro, è un allenamento emotivo importante.
Bisogna far capire ai bambini che è importante stabilire che per avere la paghetta bisogna
contribuire alla vita familiare portando a termine dei piccoli
lavoretti, per rinforzare sia il senso di responsabilità, sia l’idea di
unità familiare, per cui ognuno si impegna per il bene di tutti.
Ogni genitore ha diritto di scegliere a che età cominciare a dare la
paghetta (di solito intorno ai 9 o 10 anni) e il suo importo (sarebbe
importante non arrivare a cifre troppo alte, ma mantenersi tra i 2 e i 5
euro, per arrivare a 10 verso l’adolescenza), ma è importante dare al
proprio figlio questo tipo di autonomia, sapendo che la gestione dei
soldi, e l’autonomia in generale, si impara sbagliando. Non stupitevi,
perciò, se le prime paghette verranno spese nell’arco di poche ore.
L’importante è che non diate altri soldi e permettiate al bambino di
fare esperienza anche della rinuncia, facendogli aspettare una settimana
per ottenere la paghetta successiva. Solo così, col tempo, imparerà a
gestire e amministrare le sue risorse.