venerdì 10 dicembre 2010

P.A.S.

Madre condiziona la figlia annullando la figura del padre: 6 mesi di carcere

Una madre italiana è stata condannata per aver violato le disposizioni del Tribunale (art. 388 del codice penale).La donna ha impedito alla figlia i contatti con suo padre, difendendosi dietro le condizioni in cui aveva ridotto la piccola di 5 anni: a suo dire era la figlia a rifiutare il proprio padre. Essendo il rifiuto ingiustificato appare trattarsi di Sindrome di Alienazione Genitoriale; abuso che dovrebbe configurare il più grave reato di maltrattamento di minore.La Corte Suprema di Cassazione ha confermato la condanna ex art. 388 c.p., condannandola anche ad una ammenda ed a pagare le spese di giudizio, evidenziandone il comportamento ostile nei confronti del coniuge separato, tradottosi nella deliberata volontà di condizionamento della piccola sì da dar luogo a quella che la sentenza di appello motivatamente qualifica come “sistematica elusione” dei provvedimenti sull’affidamento della bambina adottati dal giudice di separazione.

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